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venerdì 9 aprile 2010

Riflessioni del fine settimana...

Oggi riflessioni sul "futuro".

Chi fa analisi tecnica in buona sostanza, prova a predire il futuro. Più precisamente, come diceva anche l'ingegner Migliorino, si tratta di scegliere fra i futuri possibili quello più probabile. E lo si fa guardando il passato, partendo dal presupposto, parzialmente esatto, che quanto accaduto in passato si ripeta.

Linee, figure, indicatori e oscillatori altro non sono che una statistica "visuale", per chi non ha molta confidenza con i numeri.

Ma anche l'analisi fondamentale e lo studio delle dinamiche macroeconomiche vengono usate a questo scopo. Grazie all'analisi conosciamo il valore di una azienda e quindi di un titolo, possiamo effettuare proiezioni e cercare di capire le possibilità di sviluppo di una azienda e dei suoi profitti.

Insomma abbiamo tutto quello che ci serve per stabilire il valore che dovrebbe avere un titolo, ma il prezzo di mercato non vuole sapere di raggiungerlo. O almeno non ora che siamo entrati noi...

Poi arriva qualche notizia... le tanto temute notizie, che se ne fregano dei bilanci cartolari... e il prezzo si muove.

Le notizie sono migliori delle attese? Il titolo scende. Certo, si tratta del classico sell on news. Il titolo non si muove. L'ottimismo era già stato scontato dal mercato nel prezzo del titolo. Il titolo sale? Beh, ovviamente... le notizie sono migliori delle attese e il mercato premia il titolo.

Qualcuno crede di riuscirci, almeno in parte. E ci riesce, almeno in parte. E' quel raro sentimento che tutti i traders hanno provato in vita loro, quel breve periodo in cui riesci a cavalcare le onde del mercato con precisione millimetrica, come un surfer che domina uno tsunami.

Ma il problema è proprio nell' "in parte".

Sappiamo livelli di prezzo, supporti e resistenze, open interest, ma non conosciamo il timing di entrata e di uscita. E quante volte, dopo essere entrati su di un titolo, la paura (stop loss?) ci ha fatto chiudere una potenziale operazione profittevole in perdita?

Questa conoscenza parziale crea troppa indeterminatezza, e forse la falsa sicurezza di "sapere quello che si sta facendo" fa aumentare i rischi.

La verità è che ci sono solo due tipi di futuro, quello che immagini, e l'altro. Questo non significa avere il 50% delle probabilità che si verifichi, anzi, la pratica dimostra che nonostante tutti gli sforzi che si possano fare, l'altro si verifica sempre più spesso. Cercare di prevedere il futuro è quindi quasi inutile, fare qualcosa per cambiarlo non sempre è possibile, e potrebbe tradursi in uno sforzo inutile.

C'è solo una cosa da fare: essere sempre pronti a qualsiasi evenienza.

Torneremo più avanti sull'argomento, sicuramente!

A presto!

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